Immersioni

Immersioni ricreative e tecniche
Scoprite i nostri siti di immersione!

 

Punti di immersione per Entry Level, subacquei avanzati ed esperti e qualche punto di immersione particolarmente bello per subacquei tecnici sulle pareti dell'Isola di Dino alla ricerca del Corallo Nero e sul relitto del Lillois di fronte al nostro Villaggio.

Caratteristiche del luogo, le pareti che da pochi metri di profondità ci possono regalare belle emozioni fino a profondità da avanzati con spaccature e anfratti. Inoltre sono presenti Grotte e Passaggi che si aprono sui fondali.
In ogni immersione si può osservare una ricca fauna marina caratteristica del Mediterraneo tra cui Spugne, Anemoni, Margherite di mare, Gorgonie, Spirografi, Vermocane, Chitoni, Nudibranchi, Lepri di mare, Pinne, Polpi, Aragoste, Gamberetti, Stelle marine, Murene, cavallucci, Pesci e tanto altro!

SCALEA
- Relitto del "Lillois"
- Baia del Carpino
- Parete del Carpino
- Passaggio del Carpino
- Grotta della Pecora

SAN NICOLA ARCELLA
- Scoglio del Cinghiale
- Orecchio dell'Elefante
- Parete del Ciongolo
- La Grotta del Ciongolo
- Baia del Ciongolo
- Torre Crawford

PRAIA A MARE (ISOLA DI DINO)
- Grotta Azzurra
- Il Frontone
- Parete delle Gorgonie
- Grotta Gargiulo
- Parete Dino Sud

CIRELLA
- Area Archeologica di Cirella
- Relitto di Cirella
- Frontone dell'Isola

MARATEA
- Area Archeologia del Santo Ianni
- Parete Punta Caino
- Secca della Giumenta
- Secca della Giumentina

Il Relitto LILLOIS: un fantasma al largo di Scalea

Da www.diveitaly.com, immersione raccontata da Giovanni. Stralci...

Il Relitto LILLOIS: un fantasma al largo di Scalea
Pedagnato poco sotto la superficie dell'acqua, con una cima di circa 40 mt. al termine della quale la coffa del piroscafo francese Lillois.

Di inizio del secolo scorso, il Lillois è una nave di considerevoli dimensioni, circa 107 metri. Sequestrata dalla Regia Marina Militare italiana, fu affondata da un siluro inglese due miglia al largo di Scalea il 28 marzo 1943, dal sommergibile di sua maestà britannica Torbay.

L'entusiasmo per l'esplorazione di un relitto non ci dovrebbe mai fare dimenticare la tragedia che ha coinvolto la nave ed il suo equipaggio. Drammi, famiglie spezzate ed episodi di eroismo aleggiano nel silenzio delle stive buie e fangose di ogni relitto e forse una dose di rispetto è dovuta ogni volta che si scende su di una nave perduta.

La nave è in assetto di navigazione, parzialmente sprofondata nel fango su un fondale di circa settanta metri. Si consiglia di visitare la parte prodiera, sicuramente più interessante e completamente integra. Le ancore sono al loro posto e vicino la prua di solito si incrocia una cernia grossa come un armadio.

Per andare verso la parte prodiera basta ricordare che l'albero con la coffa pende leggermente sul lato di sinistra. Le stive di prua sono pericolose, il fango ricopre tutto ed è altamente sconsigliabile entrare. A centro nave nei pressi dell'albero, invece, si possono scorgere, causa il collasso delle sovrastrutture, le cabine dell'equipaggio. Fate attenzione alla profondità ed a tutto il resto. La cima è ancorata alla coffa, a circa 38 metri di profondità. Di li, seguendo l'albero, si scende sul ponte a circa 54/55 metri per poi eventualmente seguire la fiancata sinistra della nave verso prua e l'immersione termina alla base dell'albero.

La nave è davvero impressionante, sembra che navighi ancora. Un fumaiolo con dentro nulla, poi gli argani. Sul fondo decine di ricci matita e melone. Un' aragosta fa capolino da una fenditura.